Lun. Dic 15th, 2025
la libertà individuale

La libertà o è individuale o non è. Anche la libertà associativa non consiste in nient’altro che nel diritto della persona di unirsi con altre persone in un organismo sociale, al fine di conseguire scopi condivisi, cosicché la difesa della libertà individuale non può non coincidere con la recinzione di uno spazio esclusivo e inviolabile di autodeterminazione, sottratto a qualsiasi ingerenza esterna.

Ebbene questa verità, semplice e intuitiva, viene misconosciuta o almeno trascurata, pur in buona fede, sulla base di tre false presunzioni: la pretesa superiorità morale del pubblico rispetto al privato; l’onnipresente emergenza costrittiva; l’assunta impossibilità dell’ordine spontaneo. La difesa della libertà individuale è spesso vista in contrapposizione con il bene collettivo, e questo costituisce il primo equivoco da superare.

Il Bene Pubblico e Privato: Un Falso Equivoco

Il primo equivoco nasce dalla falsa contrapposizione tra il bene pubblico e quello privato. In verità il bene di tutti coincide con quello di ognuno e la società nel suo complesso gode del benessere dei suoi componenti. La difesa della libertà individuale non significa dunque escludere il benessere collettivo; al contrario, contribuisce alla crescita complessiva della società.

Da qui la considerazione dispregiativa del c.d. scopo di lucro, il quale in verità coincide con la finalità essenziale di ogni attività economica. L’utile di esercizio esprime l’eccedenza delle entrate rispetto alle uscite, la quale designa l’efficienza dell’impresa; non costituisce sfruttamento egoistico di alcuno; e non corrisponde alla sottrazione di una quota al patrimonio collettivo, per il semplice fatto che la ricchezza globale non è una quantità predefinita, a somma zero, la quale implica necessariamente l’impoverimento dell’uno in corrispondenza dell’arricchimento dell’altro.

La divisione del lavoro e la cooperazione incrementano la ricchezza e il benessere di tutti, sicché, in ultima analisi, non ha alcuna ragion d’essere l’anzidetta contrapposizione aprioristica. La difesa della libertà individuale si trova spesso sotto attacco quando l’autorità pubblica giustifica misure restrittive in nome dell’emergenza.

Emergenze e Restrizioni della Libertà Individuale

Sfuggono tuttavia due piccoli particolari: la genesi dell’emergenza; la continuità delle “emergenze”. Non di rado l’emergenza è il risultato dell’attività politica di coloro che la invocano per giustificare provvedimenti restrittivi della libertà. La difesa della libertà individuale si scontra così con politiche che spesso utilizzano l’emergenza come pretesto per limitare i diritti personali.

Se poi guardiamo alla continua successione di emergenze vere o presunte, il “sacrificio” imposto nell’interesse di tutti perde credibilità. Gli italiani, da questo punto di vista, dovrebbero essere i più scettici, avendo sperimentato il più costrittivo lockdown del mondo occidentale con risultati nulli. Questo mette in discussione l’effettiva protezione del bene comune rispetto alla difesa della libertà individuale.

Libertà Individuale e Nuove Emergenze Climatiche

Non ancora del tutto abbandonata la vecchia emergenza (sanitaria), si profila la nuova (climatica), nel cui indistinto calderone concorrono gli episodi più disparati di caldo, freddo, pioggia, siccità, assunti a presagio dell’imminente fine del mondo, evitabile solo a condizione di seguire docilmente i comandi del manovratore. Difendere la libertà individuale in tali contesti significa interrogarsi sulle reali motivazioni delle restrizioni.

Si legittima infine la restrizione della libertà, ritenuta essenziale per l’ordine. La dura legge del “realismo” impone di non “abbandonare” all’iniziativa privata pressocché tutti i settori della vita associata: l’emissione di moneta, la previdenza, la scuola, l’assistenza medica etc..

Un’alternativa al Potere Coercitivo

Lo chiarisce con dovizia di esemplificazioni il recente libro di Davide Rossi (Le vie della libertà). Ne citiamo una su tutte: perfino il monopolio coatto della moneta non è né necessario, né utile; sono possibili altre vie, come dimostra la vicenda dei bitcoin. Dalle pagine di Rossi emerge dunque una certezza consolante: la difesa della libertà individuale può prosperare e il potere oppressivo non è ineluttabile.

di Michele Gelardi