Creatività e Mobilità Sociale: Cause e Ostacoli
In commento al 21° rapporto della Caritas su povertà ed esclusione sociale, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, ha osservato che “l’ascensore sociale si è guastato” e che l’indigenza è aumentata. Osservazione ineccepibile; lo dicono i numeri. La domanda da porsi, però, è dove risieda il guasto e come si possa riparare per far sì che creatività e mobilità sociale possano tornare a prosperare. Poiché la ricchezza non si crea per decreto, ma è frutto dell’iniziativa imprenditoriale, si possono individuare tre principali cause di blocco: lo pseudoegualitarismo, l’eccesso di burocrazia e il continuo cambiamento del quadro di riferimento, tutte riconducibili a dottrine politiche di sinistra.
Pseudoegualitarismo e Burocrazia come Freni dell’Ascensore Sociale
Non si può essere liberi e uguali, e senza la libertà, la povertà regna sovrana. L’egualitarismo sociale ed economico tende a livellare verso il basso, demotivando ogni iniziativa imprenditoriale e riducendo la mobilità sociale. La competizione per il benessere economico è inevitabile, ma il cosiddetto pseudoegualitarismo di sinistra non l’annulla: sostituisce al successo di mercato la clientela politica, dove le logiche di appartenenza prevalgono sull’intraprendenza. Così, anche la libera imprenditorialità si trasforma in un “capitalismo di relazione”, basato su rapporti di favore, piuttosto che sulla vera creatività e mobilità sociale. In questo universo, la politica diventa “Politica” che tutto assorbe e tutto controlla, in nome di una presunta “socialità.”
Burocrazia e Variabilità Normativa: Freni alla Crescita
La libera iniziativa imprenditoriale ha un altro grande nemico: la burocrazia. Quella italiana eccelle nel mondo per la sua invasività e capacità di frenare, se non addirittura paralizzare, l’azione privata. I lacci burocratici non sono casuali né politicamente neutri: la tutela sociale, spesso sostenuta dalle ideologie di sinistra, considera potenzialmente pericolosa ogni iniziativa privata fino a prova contraria. Questa complessità burocratica scoraggia l’imprenditorialità e frena la mobilità sociale rendendo il contesto italiano particolarmente ostico per chiunque voglia intraprendere nuove iniziative o dare libero sfogo alla creatività.
Una terza causa del blocco all’ascensore sociale risiede nell’estrema variabilità dei presupposti giuridici ed economici del rischio d’impresa. Gli investimenti si basano sulle certezze del presente e su una ragionevole aspettativa di stabilità. Tuttavia, una legislazione ondivaga e perfino retroattiva mina queste basi, eliminando le certezze fondamentali che incentivano il rischio e gli investimenti. Questa variabilità normativa è, in parte, figlia di un’ideologia che concepisce lo Stato come “tutore” onnipresente e onnivoro. In questo sistema, dove l’iniziativa privata è spesso vista con sospetto, la stabilità necessaria per la creatività e mobilità sociale è costantemente minacciata.
Se il cardinale Zuppi vuole trovare le cause del “guasto” che blocca l’ascensore sociale, può volgere lo sguardo a sinistra. Se invece cerca i rimedi, la sua attenzione potrebbe orientarsi verso la destra, dove la stabilità del quadro normativo crea le condizioni per il dinamismo e la mobilità sociale reale, favorendo una crescita economica che può estendersi a tutta la popolazione.
di Michele Gelardi